Con la sala IV inizia la sezione dei dipinti della Collezione Lia. Composta da circa duecento opere, la quadreria rappresenta un panorama entusiasmante della cultura figurativa italiana, dalle tavole due-trecentesche della sala IV ai dipinti settecenteschi ordinati nella sala X. Ciascuna delle tavole medievali era in origine parte molto spesso di complessi pittorici più ampi, detti polittici. La tecnica usata prevedeva l'elaborata preparazione della tavola conclusa dalla stesura dell'oro a simboleggiare la luce del Divino. La rappresentazione pittorica vera e propria era eseguita a tempera.
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Lippo di Benivieni Compianto sul corpo di Cristo fine del XIII-inizi del XIV secolo
La piccola tavola, attribuita a Lippo di Benivieni, artista attivo a Firenze tra il 1296 e il 1327, è la narrazione del Compianto sul corpo del Cristo. La croce affiancata da due angeli dolenti si staglia sulla campitura d'oro che occupa l'intera parte superiore. Due colline rocciose, nude e senza vita, si intersecano ai piedi della croce delimitando così il nodo dei dolenti, che piangono la morte del Cristo disteso sul grembo della Vergine. In primissimo piano un crepaccio pare simboleggiare la frattura fra Dio e l'uomo conseguente la morte di Cristo.
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Bernardo Daddi San Giovanni Battista terzo decennio del XIV secolo
La tavola, che in origine era parte di un polittico, i cui componenti sono in parte al Museo Nazionale di Parma, è stata dipinta attorno al 1320 da Bernardo Daddi. Sul fondo oro si staglia la figura di San Giovanni Battista, ritratto come uomo vero, con i capelli scomposti, la barba incolta, il viso ed il corpo segnati dalle privazioni del deserto. E' vestito con la pelle di cammello, suo attributo iconografico, ed avvolto da un manto rosso, premonizione della morte di Cristo.
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Pietro Lorenzetti Vir dolorum terzo decennio del XIV secolo
Inquadrata da una specie di bordo decorato originale, la tavola è opera di Pietro Lorenzetti e databile agli anni 1320 - 1325. Probabilmente essa era parte di una predella di ragguardevoli dimensioni, a sua volta pertinente a un grande polittico andato disperso, ma di cui sono rintracciabili altri frammenti. All'interno dello spazio quadrilobato e su fondo oro è rappresentato il Cristo, nella sua accezione di Vir dolorum, adagiato nel sepolcro col capo reclinato sulla spalla destra.
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Pietro Lorenzetti San Giovanni Evangelista prima metà del XIV secolo
Il dipinto su tavola è riferibile alla tarda attività di Pietro Lorenzetti e databile agli anni quaranta del XIV secolo. Dal fondo oro, punzonato a definire l'aureola, emerge la figura fortemente volumetrica e vigorosa di San Giovanni Evangelista. Lorenzetti ce lo descrive come uomo vero segnato dalla vita e dall'età: pochi sono i capelli, evidenti le rughe d'espressione sulla fronte e ai lati degli occhi.
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Barnaba da Modena Crocifissione settimo decennio del XIV secolo circa
La tavola, originariamente parte di un dittico, rappresenta la Crocifissione ed è stata realizzata da Barnaba da Modena intorno al nono decennio del XIV secolo. Il dipinto suddiviso in episodi narrativi isolati sembra avere un moto ascensionale. La croce campeggia isolata ed è sormontata da un albero, nella cui chioma è riconoscibile il pellicano mistico che si squarcia il petto per nutrire i propri figli, simbolo del sacrificio estremo di Cristo.
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Bottega di Simone Martini Crocifissione metà del XIV secolo
Alla cerchia di Simone Martini si riconduce la tavola raffigurante la Crocifissione, databile al 1345-1350. In eccezionale stato di conservazione, questo dipinto, di altissima qualità, era con ogni probabilità la parte destra di un dittico. La scena su fondo oro è animata da soldati vestiti di ricche armature, che si affacciano increduli sulla scena del martirio o si prestano ad assistere la Vergine svenuta a terra. Angeli leggeri, quasi composti dello stesso sangue di Cristo, sembrano accorrere straziati incontro alla croce.
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