Eccoci nella sala XI dove è conservata la maggior parte della sezione dei bronzi e dei marmi. Piccole sculture e statuine rievocano la statuaria classica greca e romana, divinità classiche e temi sacri; molti gli oggetti bronzei d'arredo e d'uso domestico, come candelieri, lucerne, calamai, battenti.
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Gano di Fazio Angelo in adorazione secondo decennio del XIV secolo
La lastra in marmo grigiastro, dopo essere stata ascritta al catalogo di Tino da Camaino, è stata attribuita a Gano di Fazio, artista attivo a Siena fra il 1302 e il 1318. La formella rappresenta, all'interno di una cornice, un angelo che tiene la mano destra sul petto e la sinistra in basso. In questo rilievo si possono cogliere i caratteri della migliore scultura senese del primo Trecento: la virtuosistica lavorazione a trapano delle ciocche avvolte in ampie spirali, l'efficace articolazione spaziale ed una toccante intensità sentimentale. Gano propone quindi una ricerca plastica pacata ed essenziale, in opposizione all'espressionismo drammatico di Giovanni Pisano. La lastra doveva fare parte di un complesso monumentale di destinazione forse sepolcrale.
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Severo Calzetta; Antonio Briosco Rospo Lucertole XVI secolo
Il rospo e le lucertole in bronzo sono ottenute da un calco dal vero e si riconducono rispettivamente alle botteghe di Severo Calzetta e di Antonio Briosco detto il Riccio. Il repertorio degli animali utilizzati per questo tipo particolare di fusione comprendeva, oltre a lucertole e rospi, anche serpenti e granchi. Si trattava di una tecnica di fusione precisa ed impegnativa, che permetteva di riprodurre la grana della pelle senza il bisogno di ulteriore cesellatura dopo la fusione. Piccoli calchi come questi, straordinari per il loro sorprendente realismo, divennero estremamente popolari a partire dalla prima metà del secolo XVI, come oggetti da scrivania, come amuleti o per le Wunderkammer.
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Bottega di Barthelemy Prieur La Francia La Navarra fine del XVI secolo
I due busti bronzei, opera dello scultore di corte Barthelemy Prieur, rappresentano La Francia e La Navarra, i due regni governati da Enrico IV di Francia. E' probabile che originariamente al centro della coppia di busti fosse collocata la raffigurazione dello stesso sovrano Enrico IV, oggi perduta, verso il quale le due giovani paiono volgersi delicatamente. La Francia è cinta dalla corona chiusa ed ornata di fiordalisi, indossa un corpetto e porta sulle spalle un manto regale, trattenuto da fibbie quadrilobate ingioiellate. La Navarra invece indossa un semplice abito dallo scollo quadrato ed un mantello che ricade dalla spalla destra. Il Museo è l'unico che possegga entrambe le sculture accoppiate.
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Andrea del Verrocchio (seguace) Scudiero reggistemma ultimo quarto del XV secolo
Ad Andrea del Verrocchio o ad un suo seguace è riconducibile la scultura in bronzo pieno raffigurante uno scudiero reggistemma. Utilizzata originariamente come fermaporta, è stata prodotta a Roma intorno alla fine del XV secolo. Infatti lo stemma che lo scudiero regge è quello di Pierre d'Aubusson, Gran Maestro dell'Ordine degli Ospitalieri di San Giovanni in Gerusalemme e di Rodi, in carica dal 1476 al 1503. A questo arco di tempo si data dunque questa importante statuina. Inoltre essa trova stringenti confronti con altre due analoghe sculture conservate a Roma nel Palazzo dei Conservatori, prodotte con funzione di fermaporta.
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"Maestro del Fitzwilliam Museum" Nettuno XVII secolo
Nettuno, incoronato, ha le braccia sollevate nell'atto di affondare il tridente nei flutti; i tratti del volto, la capigliatura, le sopracciglia sporgenti e ondulate sono resi con grande perizia. Il motivo iconografico, derivato da una statua monumentale in bronzo di Stoldo Lorenzi (1565-1568), viene riutilizzato dal Bernini per la celebre statua in marmo di Nettuno e Tritone (1620 circa). La statuina, che per stile, scala ed esecuzione si riconduce al Maestro del Fitzwilliam, doveva essere accoppiata ad un'altra simile raffigurante, forse, Marte.
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