A partire dalla seconda metà del Cinquecento nelle corti, specie nel centro Europa, vengono create stanze speciali, dette con parola tedesca Wunderkammer, cioè camera delle meraviglie, in cui ai naturalia, frammenti di pietra, conchiglie esotiche, ed essenze pregiate, si aggiungono gli artificialia, arnesi strani per forma e tipologia prodotti dall'uomo. In questo contesto la natura era vista come una miniera inesauribile, dal quale cavare prodotti sorprendenti: sta all'uomo amplificare la meraviglia della natura stessa, lavorare la pietra più insolita, la conchiglia più variegata, l'uovo di struzzo per ricavarne così oggetti con precise funzioni. A tali curiosa et pretiosa è dedicata la Camera delle meraviglie del museo.
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Norimberga Calice XVII secolo
Il calice prodotto a Norimberga nel XVII secolo, è costituito da una coppa ricavata da un uovo di struzzo sostenuta da un alto piedistallo in argento riccamente lavorato. L'uovo, tagliato orizzontalmente a circa tre quarti della sua altezza, è inciso e annerito a rappresentare due episodi del giudizio di Salomone. Il piedistallo, straordinaria opera di oreficeria, forma in alto morbidi nastri, il nodo posto lungo lo stelo diviene un nido, dove vivono animali; la base circolare bombata e a doppio bordo è decorata con motivi vegetali e volute. Questo tipico oggetto di gusto Wunderkammer si collega alla produzione nordica rinascimentale, celebre per originali e virtuosistici lavori in argenteria.
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Milano Vaso a navicella seconda metà del XVI secolo
Questo vaso biansato a navicella è scolpito in sei blocchi di cristallo di rocca, pregiata qualità di quarzo, a tal punto tenace da dover essere molato con la polvere di diamante. Metafora del tempo congelato, il cristallo di rocca viene scolpito e inciso con perizia in raffinati prodotti, composto con altre pietre dure e montato in straordinarie oreficerie di fine XVI e XVII secolo. Il corpo di questo vaso a navicella o galera, ricavato da un solo pezzo di pietra, è decorato a motivi vegetali. Due mascheroni con le fauci spalancate corrispondono ai beccucci, le anse sopraelevate a voluta sono decorate a tralci, il piede ovale è decorato a bacellature come il coperchio. Impreziosito ulteriormente da alcune montature in oro smaltato e dalla cimasa che sormonta il coperchio, il vaso si riconduce alla produzione milanese della seconda metà del XVI secolo.
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Milano Vassoio seconda metà del XVI secolo
Il vassoio di forma ovale, in argento dorato e cesellato, è composto da cinque placche ovali in cristallo di rocca alternate a quattro medaglioni in ametista. Le placche in cristallo virtuosisticamente incise a raffigurare scene venatorie, mostrano punti di contatto con opere realizzate nelle botteghe milanesi attive durante la seconda metà del XVI. Il vassoio si riconduce forse alla nota bottega dei Sarachi, abili orefici ed intagliatori di pietre dure.
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Inghilterra Coppia di anelli con miniature primo quarto del XVII secolo
I due anelli a fascia liscia hanno ognuno un castone a placca circolare, su cui è applicata una miniatura su carta, protetta da una piccola lastra di vetro bombato. Esempi di virtuosismo amanuense, questi anelli, recano rispettivamente micrografie in lingua inglese: il Padre nostro, il Credo e i Dieci Comandamenti, dall'esterno verso l'interno l'uno, e il ritratto di Enrico VIII, attorno al quale è scritto il testo del Padre nostro, l'altro. Le due miniature risalgono agli anni di Giacomo I (1556-1625), periodo in cui da poco era stata concessa l'autorizzazione alla traduzione della Bibbia, e sono datate al 1622.
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